MicroMega+, il numero del 5 aprile 2024
Su MicroMega+ del 5 aprile parliamo di:
Israele preparava da tempo una nuova Nakba; la sentenza sul permesso di appello di Assange; l'incoscienza del Governo Meloni riguardo il nucleare; Apple Vision e il digitalismo virtuale; le emoji e l'assenza di empatia; 30 anni senza Kurt Cobain.
GAZA – Israele puntava a una nuova Nakba da ben prima del 7 ottobre (Opens in a new window) di Peter Beinart
Nella società e negli ambienti politici israeliani già un anno fa era molto diffuso il parere favorevole all’espulsione in massa dei palestinesi. Lo scempio in corso a Gaza non è una risposta agli attacchi del 7 ottobre: questo articolo, pubblicato il 19 aprile 2023 dalla rivista Jewish Currents, ne preconizzava l’attuazione, chiedendosi nel titolo “Israele sta programmando una nuova Nakba?“. La raccolta di numerose dichiarazioni di esponenti dell’establishment israeliano e il disvelamento dei loro piani fa capire che quanto accade oggi a Gaza e in Cisgiordania ha poco a che fare con Hamas.
IL PROCESSO – Assange, comprendere la sentenza sul permesso di appello tra legalità e politica (Opens in a new window) di Sara Chessa
Il 26 marzo 2024 i giudici dell’Alta Corte britannica hanno reso noto il verdetto sul permesso di appello, ammettendo quest’ultimo solo per alcuni punti sollevati dagli avvocati difensori e solo nel caso in cui gli Stati Uniti non presentino, entro il 16 aprile, delle rassicurazioni diplomatiche che verranno valutate dai giudici il 20 maggio prossimo. Per comprendere il verdetto è necessario analizzare sia le ultime fasi della battaglia legale sia le specificità del momento politico attuale.
TECNICA E POLITICA – Nucleare di quarta generazione: il giorno della marmotta dell’ultima spiaggia (Opens in a new window) di Manuel Bianco
Con il governo Meloni si è tornato a parlare di nucleare civile. La sensazione è che lo si faccia per ragioni ideologiche e interessi economici e non sulla base di considerazioni tecniche. Queste infatti ci dicono che, nonostante le centrali di quarta generazione saranno certamente "più" sicure di quelle precedenti, l’errore umano o l’evento inaspettato sono sempre possibili e, trattandosi di energia nucleare, una prima volta basta e avanza per avere conseguenze disastrose.
FILOSOFIA DEL DIGITALE - La realtà diminuita di Apple Vision (Opens in a new window) di Francesco Scalese
Ogni qualvolta si parla di mondi simulati, come nel caso dell'esperienza promessa da Apple Vision, entra in vigore una specie di riduzionismo empirista, per il quale basterebbe prendere un cervello e collegarlo ad una macchina capace di somministrare segnali elettrici e illuderlo così dell'esistenza di una realtà digitale surrogata. Senza tener conto né delle strutture cognitive pregresse né dell'ambiente in cui tale soggetto si sviluppa.
RELAZIONI – Remoti e ridenti: le emoji come simbolo dell’assenza di empatia (Opens in a new window) di Anna Paola Lacatena
Oggi viviamo molto tempo connessi alla rete e tante delle nostre conversazioni si svolgono a distanza. In questo modo di comunicare le emoji la fanno da padrone. Simbolo della comunicazione visiva, le emoji rappresentano una comunicazione che avviene attraverso la vista, uno dei sensi meno coinvolgenti, che ci fa percepire gli altri come lontani. Vittima di questa lontananza è l’empatia, la cui assenza è all’origine di molti fenomeni sociali aberranti in cui l’altro non trova spazio se non come oggetto del nostro narcisismo.
IL MITO – 30 anni fa, il suicidio di Kurt Cobain lasciò in lutto un’intera generazione (Opens in a new window) di Fabio Bartoli
Il 5 aprile 1994 Kurt Cobain si toglieva la vita nella sua villa sul lago Washington. Con la sua band, i Nirvana, aveva incarnato il bisogno di autenticità di una generazione che non si riconosceva e non poteva più riconoscersi negli artefatti anni Ottanta. Il successo planetario giunto con l’album “Nevermind”, unito a problematiche pregresse e personali, aveva però gettato Cobain in una profonda crisi di identità in seguito al tradimento dei presupposti dell’alternative rock. L’album di reazione a “Nevermind”, il grezzo ed essenziale “In Utero”, contiene già all’interno indizi del furioso desiderio di annichilimento del cantante e anticiperà di pochi mesi il suo suicidio. A distanza di trent’anni, di Cobain e dei suoi Nirvana rimangono la musica, l’eredità di un percorso artistico e umano inestricabilmente legati e il lascito di una rivoluzione culturale che aveva catapultato l’alternative rock in una dimensione mainstream.
È tutto per questa settimana, vi auguriamo buona lettura!