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Calcerò #14 - 28, 32

Il Senato impegna il governo a sostenere la candidatura italiana a Euro 2032. Dossier finale in aprile, assegnazione a settembre sia per il 2032 che per il 2028. Occhio alle manovre politiche

Calcerò-Il futuro del pallone oggi arriva col fiatone: diverse idee, pochissimo tempo per svilupparle. Ma arriveranno la primavera, le sentenze, le pronunce, e allora uniremo i puntini di un calcio il cui sismografo mostra attualmente diverse scosse che non vanno sottovalutate.
(p.s. perdonate la metafora: chi scrive vive nel luogo che fu centro del sisma del  20 maggio 2012, e sa che non c’è da scherzarci su. Ma chi ha conosciuto un terremoto sa quanto sia necessario costruire a norma. Ecco, è questo che il calcio attuale deve temere: gli effetti su costruzioni ormai vetuste).
Oggi tuttavia qui non si scrive di Superlega, o come la vogliate chiamare: si scrive di Europei 2028 e 2032, anche se è possibile che, per allora, saranno le competizioni più ricche e importanti dell’UEFA.

Io sono Lorenzo Longhi (Opens in a new window) e l’archivio dei numeri precedenti si può consultare qui (Opens in a new window).
Iniziamo.

DOSSIER

In una recente risoluzione della VII Commissione Senato, si impegna il governo a supportare la candidatura italiana a Euro 2032 e a fornire “il necessario supporto per il miglioramento delle infrastrutture sportive nell’ambito di progetti di rigenerazione urbana, senza consumo di nuovo territorio, anche attraverso la configurazione di strumenti che favoriscano lo stanziamento e/o il reperimento di idonee risorse finanziarie, pubbliche e private e individuando procedure che assicurano il completamento degli interventi nei tempi richiesti dalla UEFA, anche attraverso una centralizzazione e una semplificazione delle stesse procedure, mutuando modalità già adottate in occasione di progetti e/o eventi ritenuti di interesse nazionale”.

Se già immaginate una possibile mangiatoia, beh, il rischio c’è. Bari, Bologna, Cagliari, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino, Verona: le undici città potenzialmente sedi di partite sono queste, e diventeranno presto dieci. Sono al momento le stesse di Italia 90, con l’eccezione di Udine il cui nuovo stadio ha meno di 30 mila posti. Nel merito entra questo articolo di The SpoRt Light, a cui si rimanda (Opens in a new window). Ma la domanda è: l’Italia può farcela?

QUANDO

L’Italia se la vedrà per il 2032 con la Turchia, quest’ultima candidata anche per Euro 2028 contro la proposta di Regno Unito e Repubblica d’Irlanda che sono nettamente in vantaggio. Per entrambe le manifestazioni le tappe prevedono la presentazione del final bid dossier, il documento conclusivo e definitivo della candidatura, entro il prossimo 12 aprile, mentre l’assegnazione, doppia, avverrà a settembre. C’è poi un’altra data da tenere in considerazione: prima, il 5 aprile, il congresso UEFA rieleggerà al vertice Alexander Ceferin, unico candidato alla presidenza che scadrà nel 2027. Viene difficile dimenticare, però, che tra la pronuncia della Corte di Giustizia Europea sulla Superlega, i rapporti non esattamente eccellenti con Infantino e l’insoddisfazione di diverse figure rilevanti in merito alla gestione del calcio europeo, Ceferin ha bisogno di rinsaldare alcuni particolari rapporti utili per il mantenimento del potere in un periodo per lui abbastanza critico.

IN VOLO

Ora, apparentemente, la Turchia appare il vaso di coccio tra vasi di ferro, un po’ come sinora è sempre accaduto al Marocco nelle sue cinque candidature a ospitare i Mondiali. Del resto la Turchia si era candidata anche per Euro 2008, 2012, 2016 e 2020), sempre perdendo.

Occhio però, perché stavolta non è affatto così. Il calcio, per la sua popolarità, permette alle nazioni di attuare strategie anche politiche, e quella della Turchia è tesa ad avvicinarsi all’Europa attraverso il rapporto con le istituzioni sportive. Vi dice nulla Turkish Airlines? La compagnia aerea di bandiera turca, partecipata per metà dallo Stato, lo scorso autunno, dopo le sanzioni alla Russia, ha sostituito Gazprom come partner dell’UEFA che, peraltro, per due anni di fila, nel 2020 e 2021, ha tentato di portare a Istanbul la finale di Champions League ma è stata bloccata dalla pandemia, e dovrebbe finalmente riuscire nell’intento il prossimo giugno. Si tratta di un rapporto solido, quello tra gli attuali vertici della confederazione calcistica continentale e la Turchia, e anche per questo, nonostante la crisi economica del Paese causata dalla svalutazione della Lira, assistiamo alla capacità da parte della SuperLig (oggi ferma a causa del sisma) di offrire contratti rilevanti a giocatori come Zaniolo, Icardi, Mertens o allenatori come Pirlo e Montella, o prima Mancini, Prandelli, Balotelli.

Non dimentichiamo poi che Turkish Airlines è il title sponsor dell’Eurolega di basket e che alla connessione tra la Turchia, sport e affari hanno contribuito anche le ricche sponsorizzazioni che grandi aziende turche come Turkcell e Beko hanno contrattato la prima con la Super Lig e la seconda con il Barcellona.

CINISMO

All’inizio della newsletter odierna è stato fatto un riferimento ai terremoti, e quello che ha dilaniato il sud-est della Turchia e il nord della Siria e ha causato ben oltre 40 mila morti finirà, in qualche modo, per orientare il processo di assegnazione di una delle due edizioni al Paese di Erdogan. Si tratta di una considerazione cinica, ma la UEFA di Ceferin ha pelo sullo stomaco e sa benissimo di poter sfruttare a scopo propagandistico (l’UEFA non è quella che si dipinge quasi come un ente di filantropi per il calcio e per la sua base, pensate in chiave anti-Superlega?) l’eventuale assegnazione alla Turchia che, peraltro, tra le città indicate nel dossier ha anche Gaziantep, distrutta dal terremoto. La doppia assegnazione contemporanea aiuta e, in questo senso, il 2032 potrebbe essere più adatto del 2028 per una questione di tempi proprio considerando le conseguenze immediate che la Turchia deve affrontare per la ricostruzione delle province colpite dal sisma. E, anche, perché così Ceferin terrebbe dalla sua parte la FA inglese, aspetto non irrilevante quando il timore (per l’UEFA) di una possibile breakaway league esiste.

GRAVE O GRAVINA?

L’Italia, pertanto, ha contro un avversario che pare semplice ma è più ostico di quanto non appaia. Dal punto di vista politico, Ceferin oggi ha in Gravina un alleato la cui credibilità e autorevolezza, insieme a quella della federazione tutta, non vive esattamente il miglior momento, soprattutto per quanto accade nelle aule della giustizia sportiva dove i casi che riguardano la Juventus da una parte e D’Onofrio e Trentalange dall’altra (per questa vi rimando all’eccellente Michele Spiezia) (Opens in a new window). Che la situazione sia grave o… Gravina, lo scopriremo tutti nei prossimi mesi, anche per questo il presidente FIGC cerca in Ceferin una sponda, e viceversa, nell’ottica di un do ut des oggi abbastanza chiaro. Di qui a settembre, però, molte cose potrebbero cambiare: gli alleati odierni potrebbero diventare controparti, tutto dipenderà dagli scricchiolii che i vertici sentiranno sotto le loro poltrone. La primavera dirà parecchio e potrebbe cambiare alcuni rapporti di forza.

Poco per volta, una piccola scossa dopo l’altra. Sempre che non ne arrivi una più grande.

Triplice fischio.

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Come diceva quel tale, dite che vi mando io.

AFFETTUOSITA' GIORNALISTICHE

Chi ha qualche anno di più, ricorderà che "Affettuosità giornalistiche" era il titolo di una gustosa e cattivella rubrica de L'Espresso che fu. Qui ricambio volentieri una citazione, quella della newsletter Fubolitix (Opens in a new window) di Giovanni Armanini, che ha colto la singolarità del caso di cui scrivemmo nella dodicesima puntata di Calcerò, intitolata "C'è un giudice a Madrid" (Opens in a new window). Cercando di unire i puntini e valutare cosa sta accadendo nella gestione del calcio, anche attraverso i tribunali, con i temi e le analisi di Fubolitix qui c'è una certa sintonia.

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