Newsletter #41 - Contro la violenza sulle donne
Se domani sono io, se domani non torno, mamma, distruggi tutto.
Se domani tocca a me, voglio essere l’ultima.
[Cristina Torres Cáceres, attivista peruviana, 2011]
In Italia ogni tre giorni viene commesso un femminicidio, mentre le violenze fisiche e verbali sono una piaga quotidiana, spesso non denunciata, sotterranea e cronica. Film come C’è ancora domani, che in queste settimane ha ottenuto un enorme successo nelle sale cinematografiche, raccontano come la questione sia storica e irrisolta; probabilmente proprio il successo del lavoro magistrale di Paola Cortellesi ne sottolinea l’attualità.
Mentre la retorica politica parla di inasprimento delle pene come se fosse questa la risposta efficace al problema, sono in molte le voci che da tempo cercano di scardinare questi meccanismi dall’interno di una cultura che è purtroppo ancora profondamente maschilista e patriarcale.
Ciò che avviene in Italia non si limita, però, al nostro paese: Meridiano 13 ha cercato di raccontare quanto dinamiche simili si riflettano anche nei contesti di quest’Europa centro-orientale apparentemente distante eppure vicinissima.
Ti invitiamo a rileggere alcuni di questi nostri approfondimenti (Öffnet in neuem Fenster). Fra i testi che abbiamo selezionato trovi anche due brevi racconti, rispettivamente di un’autrice macedone e un autore bulgaro: li abbiamo scelti perché riteniamo che spesso, per parlare di argomenti “noti”, un linguaggio diverso come quello dell’arte, della letteratura, offra chiavi di accesso nuove e stimolanti.
(Öffnet in neuem Fenster)Violenza domestica e cultura dello stupro in Romania
Parlare di femminicidio non è sufficiente, in quanto esistono diverse forme di violenza che colpiscono le donne. La violenza domestica e lo stupro, in particolare, sono uno dei problemi più diffusi in Romania, paese che Nel 2016 la Romania ha ratificato la Convenzione di Istanbul contro la violenza di genere. Ce ne parla Maria Savigni.
Parigi, un racconto di Dejan Enev
“Valerija era riversa sul pavimento mosaicato davanti al bagno. Attorno a lei si agitavano alcuni medici del primo turno. I corpi delle persone chinate su di lei la nascondevano quasi completamente ai miei occhi. Solo per un attimo intravidi i suoi capelli impiastrati di sangue.” Queste parole, tratte da un racconto dello scrittore bulgaro Dejan Enev, potrebbero benissimo provenire da un articolo di cronaca nera, in Bulgaria come altrove. Come ha dichiarato un manifestante bulgaro all’ultima protesta contro la violenza sulle donne (Öffnet in neuem Fenster) dopo l’ennesimo femminicidio nel paese: “la tradizionale tolleranza della violenza domestica e la disfunzione delle istituzioni devono cambiare. La situazione ha iniziato a cambiare, ma la società deve essere coinvolta”.
(Öffnet in neuem Fenster)L’otto marzo, un racconto di Rumena Bužarovska
Non fiori, ma diritti e rispetto: non è il semplice slogan femminista che accompagna le manifestazioni dell’Otto marzo, ma un urlo necessario oggi più che mai per lottare contro la violenza, i crimini e le discriminazioni subite in quanto donna. Un estratto integrale della scrittrice macedone Rumena Bužarovska, tratto dal libro Mio Marito (Bottega Errante, 2019), descrive la forza nascosta di alcune donne, all’apparenza fragili, ingabbiate in una società ancora fortemente maschilista e patriarcale. Le storie di Bužarovska sono spietate e terribilmente reali, necessarie per una società ancora troppo maschio-centrica, in cui lo status della donna continua ad essere legato a ruoli convenzionalmente imposti.
Disuguaglianze di genere: diritti e abusi dal Friuli alla Russia
In occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si celebra ogni anno il 25 novembre, vi riproponiamo la visione dell’incontro tenutosi lo scorso anno in Friuli Venezia Giulia sulle disuguaglianze di genere. Moderate da Giulia Pilia, l’esperta di diritti umani e questioni di genere Eugenia Benigni e la direttrice del centro pordenonese antiviolenza Voce Donna hanno dialogato sul tema, enfatizzando le difficoltà nell’affrontare queste problematiche in Italia e in alcuni paesi dell’Europa centro-orientale. Una riflessione particolare ha riguardato l’attuale situazione di guerra in Ucraina, dove si è registrato un aumento della violenza domestica (Öffnet in neuem Fenster), sempre meno denunciata.
Per approfondire, leggi anche:
Contro i diritti delle donne, una Croazia in ginocchio (Öffnet in neuem Fenster)
“Aborto senza frontiere” in Polonia tra attivismo e arte (Öffnet in neuem Fenster)
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