Newsletter #32 - 🏝 Nessun meridiano è un’isola 🏝
Un celebre verso del poeta e religioso inglese John Donne, citato anche da Ernest Hemingway in Per chi suona la campana, recita: No man is an island entire of itself; every man is a piece of the continent, a part of the main (Öffnet in neuem Fenster) (“Nessun uomo è un’isola, completo in se stesso; ogni uomo è un pezzo del continente, una parte del tutto” – Devozioni per occasioni di emergenza, Editori riuniti, 1995, trad. it. Paola Colaiacono). Questo vale anche per il nostro progetto: ci piace collaborare, fare rete, instaurare nuovi legami e portarvi a scoprire insieme a noi com’è bello avventurarsi da Trieste in… poi, nello spazio e nel tempo. In questo numero abbiamo riunito per voi un arcipelago (Gulag, ma non solo) di sette isole testimoni e protagoniste di vicende umane e storiche curiose e poco note.
Salperemo per mari, oceani, laghi e fiumi attraccando alle sponde di Russia Jugoslavia, Bulgaria, Kazakhstan, Norvegia, fino ai Caraibi. (Öffnet in neuem Fenster) Attraverseremo monasteri, visiteremo set cinematografici, frugheremo dentro laboratori segreti, litigheremo per un confine, navigheremo su acque prosciugate e ce la daremo a gambe da una prigione su un paio di barche a remi. Scarteremo infine un regalo di Fidel Castro e strapperemo consigli per le vacanze a nientepopodimeno che Anton Pavlovič Čechov in persona, per poi crucciarci con lui sulla via del ritorno: не то я возмужал от поездки, не то с ума сошел (“o questo viaggio mi ha maturato o io sono impazzito” – L’isola di Sachalin, Adelphi, trad. it. Valentina Parisi).
Se siete convinti che i Balcani occidentali siano composti da sei o massimo otto stati, questo articolo potrebbe farvi cambiare idea. No, non stiamo parlando dell’annosa questione del Kosovo, il cui riconoscimento internazionale dipende dalla volontà di una manciata di stati in seno alle Nazioni unite, bensì di Liberland, Verdis, il Regno di Enclava, il Principato di Celestinia e il Principato di Ongal: tutte micronazioni che, incuneandosi in un contenzioso territoriale tuttora irrisolto tra Croazia e Serbia, hanno trovato lo spazio per proclamare la propria indipendenza. Ovviamente, unilaterale.
Da minuscoli angoli di paradiso a luoghi di morte e privazioni. Le isole croate nascondono bellezze straordinarie ma anche pagine nere nella loro storia. Come nel caso della piccola Zlarin, nella provincia di Šibenik (Sebenico), che durante la Seconda guerra mondiale ha ospitato un campo di concentramento fascista. Marco Siragusa ci racconta la storia dell’isola dei coralli e dell’occupazione italiana.
Nel golfo di Burgas sorge l’isola di Sant’Anastasia, abitata sin dal IV secolo d.C. Di origine vulcanica e con una superficie di soli 0,01 chilometri quadrati, l’isolotto è stato plasmato dai tumulti della Storia e delle tempeste marine. Teatro di assalti, incendi, set cinematografici, campi di detenzione e fughe rocambolesche, l’Alcatraz bulgara è testimone delle vicende cruciali della storia del paese, dall’occupazione ottomana alla fine del regime comunista, fino ai giorni nostri.
Sono remote, piccole e molto vicine dal Circolo Polare Artico. Sono protagoniste dei romanzi di Solženicyn, dei fratelli Strugatskij e di molti altri. Hanno ospitato i primi insediamenti umani già a partire dal Mesolitico. Sono sede di uno dei monasteri più affascinanti della Russia e del primo GULag. Sono le Isole Solovki: Laura Cogo ce ne parla nel suo articolo.
Sin dalla loro scoperta, le isole Svalbard hanno suscitato l’interesse dei paesi limitrofi dapprima per la caccia alle balene e poi, a partire dal XIX secolo, per lo sfruttamento dei giacimenti di carbone. I crescenti interessi economici hanno dato vita a dispute territoriali tra Norvegia, Svezia e Russia in primis su quelle che all’epoca erano ancora chiamate isole Spitsbergen in onore dell’esploratore olandese Willem Barentsz, che nel 1596 approdò per primo nell’arcipelago.
L’isola della Resurrezione, in russo Ostrov Vozroždenija, ha ospitato sul proprio suolo prima un campo di prigionia, e poi divenne il luogo perfetto nel quale l’Istituto Tecnico-Sanitario dell’Armata Rossa sperimentò per quasi quarant’anni armi batteriologiche di varia natura. nel suo articolo, Tobias Colangelo ci porta alla scoperta di un’isola che non esiste più al confine tra Kazakhstan e Uzbekistan, mangiata dalla scomparsa del lago d’Aral.
“Perché non andare a Sachalin?”, si chiedeva Anton Čechov nel marzo del 1890. Ebbene, è la stessa domanda che si è posta qualche anno fa Eleonora Sacco di Pain de Route e che l’ha spinta a partire alla scoperta di quest’isola remota dell’estremo oriente russo. Meridiano 13 vi proponiamo un estratto del suo racconto di viaggio tratto da Piccolo alfabeto per viaggiatori selvatici (Öffnet in neuem Fenster), pubblicato da Enrico Damiani Editore.
Palme e mare cristallino sotto un sole cocente. In quanti direbbero che ci troviamo nella Repubblica democratica tedesca? Eppure nel 1972 Fidel Castro regalò a Erich Honecker, allora guida della DDR, un’isola dei Caraibi. Fu dedicata a Ernst Thälmann, eroe della lotta al nazifascismo e figura di spicco del pantheon dello “Stato degli Operai e dei Contadini”. Il nostro Roberto Brambilla ci ha raccontato questa storia che ha dell’incredibile.
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