Calcerò #41 – Un’idea meravigliosa
Verticalizzazioni, 1/25 - O forse un’idea non così meravigliosa, ma che era comunque un’idea nuova
Ciao a tutti,
ben ritrovati: il 2025 di Calcerò comincia oggi.
Recentemente, oltre alla scomparsa di un giornalista da ricordare e studiare, Rino Tommasi, e di un portiere che ha fatto la storia del Milan, Fabio Cudicini, se n’è andato anche un personaggio che con lo sport non ha nulla a che fare, ma che era stato capace di fare breccia, quarant’anni fa, nell’immaginario collettivo, con mosse di marketing decisamente avanti rispetto ai tempi. Chi? Il bolognese Cesare Ragazzi, nome che forse dice qualcosa anche ai più giovani di voi (e non solo ai calvi, come me): quello che si era messo in testa un’idea meravigliosa diventata slogan proverbiale. A lui si deve il titolo di questa newsletter.
La tripletta mensile di Calcerò
Ogni 10 del mese: Verticalizzazioni - Con i consueti temi e il consueto stile di Calcerò.
Ogni 20 del mese: Retropassaggi - Una lettura su un calciatore del passato, pubblicata a suo tempo, ma sparita dagli archivi (per passaggi di server o chiusura delle testate).
Ogni 30 del mese: Calci da fermo - Trenta righe, pochi sconti.
Rewind
L’argomento odierno è la Superlega, non per raccontare nel dettaglio le novità proposte da A22, ma per tornare su ciò che accadde ormai quasi quattro anni fa e rileggerlo con ciò che, nel mondo del calcio, è successo nel frattempo. Su Calcerò, e non solo qui in realtà, mi sono già occupato dell’argomento, e a questo punto serve un riassunto solo per sommi capi, diciamo da dopo la pronuncia della Corte di Giustizia Europea che sostanzialmente stabilì, nel dicembre 2023, l’abuso di posizione dominante da parte dell’UEFA e l’illegittimità delle sue norme in merito all’autorizzazione preventiva di nuove competizioni e relativamente alla titolarità esclusiva dei diritti di commercializzazione derivanti dalle competizioni che si svolgono sotto la sua giurisdizione (qui un articolo sulla testata Atlante di Treccani) (Öffnet in neuem Fenster).
Bene: da allora A22, la società che ha in pancia la propaganda del progetto, ha comunicato di avere totalmente rimodellato il format originario, lo ha chiamato Unify League (qui il format odierno) (Öffnet in neuem Fenster) e ha annunciato di voler mettere a disposizione degli utenti la trasmissione gratuita di tutte le partite attraverso una piattaforma, appunto Unify, con un modello di business totalmente differente rispetto a quello delle pay tv. Ultimamente, poi, A22 ha affermato di avere inoltrato alla UEFA e alla FIFA la richiesta per il riconoscimento del nuovo torneo perché – sostiene – “la proposta incorpora i feedback ricevuti da una rilevante varietà di stakeholder del calcio” (e questa riga, per il modo in cui è scritta, a me fa rabbrividire).
Insomma, sebbene non sfuggisse a nessuno – anche perché l’obiettivo era palese – che l’interesse fosse principalmente economico e relativo alla spartizione dei proventi tagliando fuori l’organizzatore-regolatore, tra l’idea originaria e quella attuale, che di fatto è una banale replica della tripartizione delle coppe europee odierne, peraltro con una richiesta di riconoscimento piuttosto patetica, passa un mondo.
Un’idea forse non così meravigliosa, ma…
Ecco: forse quella originaria della Super League non era un’idea meravigliosa, ma era un’idea, un’idea sensata. Poteva non piacere, e sicuramente non piaceva a tanti, ma l’idea di un torneo chiuso è stata l’unica vera idea dirompente negli ultimi trent’anni di calcio, una fuga in avanti, l’unica che avrebbe potuto cambiare qualcosa in uno sport ormai fermo da troppo tempo. Ed erano tutti d’accordo, i cosiddetti secessionisti, tanto i duri e puri, quanto gli opportunisti, quelli che per convenienza mandano avanti gli altri, salvo poi sfilarsi quando il gioco si fa duro.
Il segno della resa è nella home page di thesuperleague.com, il sito che, sino a pochi mesi fa, ancora presentava gli altisonanti comunicati ufficiali originari. Oggi, mestamente, mostra questa immagine.
Nel frattempo
Quello che è accaduto nel frattempo lo sappiamo: si è dato atto alla modifica della formula della Champions League, è nata la Conference League (così le coppe europee sono tornate a essere tre, come era accaduto per trent’anni sino al 1999) e sono stati modificati anche i format di Europa League e della stessa Conference. Nulla di così sostanziale, perché basato in fondo su un modello già noto, dunque vecchio. La vera novità, che ancora non abbiamo visto ma che vedremo tra pochi mesi, è il Mundial de clubes, il Mondiale per club. Filosoficamente parlando, è qualcosa che personalmente mi piace moltissimo, sicuramente inedito e teoricamente con un grande potenziale, ed è anche per questo che l’UEFA e gli scherani di Ceferin (FiFPro, il sindacato internazionale dei calciatori, vicino più allo sloveno e ai suoi desiderata che non agli interessi dei calciatori) stanno facendo di tutto per osteggiarlo, e in qualche modo ci stanno riuscendo, almeno nell’immagine proiettata. A livello di politica sportiva, poi, abbiamo ancora gli stessi regnanti a capo degli imperi FIFA e UEFA, Infantino e Ceferin appunto, ognuno interessato al proprio orticello – per modo di dire, visto i miliardi di dollari che muovono – più che al calcio in sé.
L’intrattenimento
Così, mentre di fatto nel calcio la bufera secessionista sembra passata, e con A22 appunto a proporre un format che quasi ricalca quello delle tre coppe e ne chiede pure l’istituzionalizzazione, come mossa politico-strategica ovviamente, fuori dal calcio, ma con il calcio come pretesto, c’è chi si è mosso per attirare una parte del pubblico che il calcio lo vede un po’ diversamente rispetto agli ultratrentenni.
Ora, da ben ultraquarantenne poco amante dei social network e scarsissimamente fruitore di YouTube, non saprei quasi nominarvi il nome di youtuber, twitcher o tiktoker che si occupino di calcio o simili (e sono anche ben persuaso del fatto che l’esperienza individuale non fa statistica), eppure, creando qualcosa di totalmente diverso e che non sostituirà il calcio, uno come Gerard Piqué è stato capace, con la sua Kings League, di ottenere un certo successo, far parlare del suo progetto, esportarlo, attirare sponsor e pubblico, nonché sperimentare anche alcuni aspetti che potrebbero anche rivelarsi eventualmente interessanti per il calcio.
Età pensionabile
Non sarà la Kings League a pensionare il calcio, ma il calcio si avvicinerà sempre più inesorabilmente all’età pensionabile – che non significa scomparire, ma perdere posizioni nei confronti di altri sport nell’immaginario collettivo: è già successo, per esempio, a pugilato e ciclismo – a causa delle sue dittature, oggi più che mai fuori contesto. Dunque, perché mai sarebbe stata un’idea meravigliosa, o se anche non meravigliosa appunto, almeno sensata, quella della Super League del 2021? Perché una lega chiusa, formata da chi persegue gli stessi obiettivi, è per sua natura più dinamica e flessibile, può adottare soluzioni nuove e diverse (perché no, anche regolamentari, almeno in parte, e sicuramente in merito ai requisiti di accesso e all’equilibrio competitivo interno) e mettere in atto una serie di pratiche capaci di mettere il suo prodotto – perché ormai di questo si parla: di prodotto – al vertice dell’appeal del pubblico o del mercato di riferimento.
Ma, attenzione: il discorso delle leghe chiuse non vale solo per il livello più alto. Dove sta scritto che il sistema di promozioni e retrocessioni sia il miglior mondo possibile, soprattutto dove sono i motivi economici, tante volte (pensate al dilettantismo del calcio, ma anche alle maggiori serie del futsal italiano), a costringere i club alla chiusura o al ridimensionamento, anche a fronte di risultati di successo?
La Super League originaria venne abbattuta per la pusillanimità e la viltà di alcuni dei promotori, ma anche per la forza della crociata a favore del calcio del popolo. Che, abbiamo visto, dietro oltre la retorica non aveva nulla.
Se non altro, ciò che è accaduto dopo ha aperto una quantità enorme di possibilità teoriche. Ma con l’indebolimento del progetto di A22, e sino a quando rimarranno teoriche, l’età pensionabile si avvicinerà sempre di più.
Triplice fischio.
(Öffnet in neuem Fenster)