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Newsletter #55 - 🔎🏢 Storie di edifici scomparsi oltre il Meridiano 13

Parlare di un edificio caduto in disuso, demolito, abbandonato o sfruttato per scopi diversi da quello originario è un esercizio affascinante. Non è la presenza di qualcosa, quanto la sua assenza, a raccontare una storia.

Le demolizioni o trasformazioni degli edifici sono spesso testimonianze del passaggio da un periodo storico ad un altro. È il caso della cattedrale di Samara, la cui demolizione ha segnato il consolidarsi dell’era sovietica. Ma anche quelli dello Stadion der Weltjugend o del mausoleo di Dimitrov a Sofia, la cui assenza, del comunismo, racconta la fine.

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In altri contesti, lo stato di abbandono di alcuni edifici ci porta a riflettere su tematiche di profonda rilevanza sociale, come gli esempi di alcuni hotel e sanatori sovietici in Georgia, o del campo di concentramento di Slana, sull’isola di Pag.

Infine, va detto, il fascino decadente di certi luoghi “in via d’estinzione” appaga il gusto estetico di molti e merita di essere valorizzato ed esplorato, come racconta il curatore di Ex Utopia.

Queste sono le storie di edifici “scomparsi” che vi raccontiamo nella newsletter di oggi. Buona lettura!

La cattedrale di Cristo Salvatore a Samara

⛪ Parlando di edifici e, in particolare, di chiese scomparse in Russia, il caso senza dubbio più noto è quello dell’imponente cattedrale di Cristo Salvatore a Mosca, demolita dalle autorità sovietiche nel 1931 e ricostruita negli anni Novanta. Meno conosciuto è il destino parallelo di un’altra enorme struttura religiosa con lo stesso nome, la cattedrale di Cristo Salvatore a Samara.

Stadion der Weltjugend, sacrificato per un sogno

🏟 Lo Stadion der Weltjugend era uno degli impianti sportivi più importanti della Germania Est. Ora non esiste più, al suo posto l’edificio che ospita il servizio segreto della Repubblica Federale. Ecco la storia di uno stadio, dove sport, politica e propaganda si sono mischiate e che è stato demolito per inseguire un sogno (infranto).

Il mausoleo di Georgi Dimitrov a Sofia: cinquant’anni di culto della personalità

🏢 Costruito in soli sei giorni nel luglio 1949, il mausoleo di Georgi Dimitrov ha esposto per decenni la salma mummificata del “più fedele allievo di Lenin e Stalin” a cittadini, turisti, esponenti politici e scolaresche in pellegrinaggio. Come racconta lo scrittore Georgi Gospodinov, “quelli della mia generazione hanno tutti in comune il primo ricordo del corpo di un morto” perché “il mausoleo te lo assicurava dal vivo, per così dire”. Ma qual è stato il suo destino dopo il 1989?

La crisi abitativa degli sfollati dell’Abcasia

🏢 A seguito del conflitto con l’Abcasia negli anni Novanta, centinaia di migliaia di georgiani si ritrovarono improvvisamente senza dimora. Il governo offrì loro rifugio in hotel, sanatori e studentati sovietici, con la convinzione che la loro presenza sarebbe stata temporanea. Così non è accaduto. Ripercorriamo insieme la tragica odissea degli sfollati, abbandonati come i luoghi stessi che hanno occupato.

Slana, il campo di concentramento nascosto sull’isola di Pag

⛓ L’isola di Pag è una delle più grandi e più conosciute isole croate. Pochi, però, sanno che una delle insenature dell’isola nasconde le rovine di un campo di concentramento e sterminio, costruito nel 1941 dalle autorità del regime Ustascia e abbandonato poco dopo con l’arrivo dell’esercito italiano. La sua storia, seppur breve, merita di essere raccontata: abbiamo deciso di parlarne con Tia Glavočić di Documenta.

Ex Utopia: fra spazi liminali, contraddizioni e anacronismi. Un’intervista a Darmon Ritcher

🏢 Ex Utopia è un sito molto particolare che dal 2011 offre ai propri utenti storie di luoghi “selvaggi, improbabili, infestati, congelati, contestati e in via di estinzione”, come si legge nella sezione about del sito stesso. Con la redazione di Meridiano 13 condivide il gusto per un certo tipo di estetica e l'interesse per la conservazione dei luoghi della memoria. Per questo motivo abbiamo raggiunto il fondatore di Ex Utopia, Darmon Richter, per fare due chiacchiere.

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