Newsletter #52 - 🌆🎨🖌 MuralEST: tutte le sfumature dell’arte di strada
Opera d’arte, propaganda, provocazione, atto vandalico: l’arte di strada conosce diverse sfumature, non sempre semplici da cogliere e troppo spesso fonte di stigmatizzazione a priori. Da un lato dell’equazione si ha il termine tendenzialmente denigratorio di “graffiti” (Abre numa nova janela), con il quale si intende una vasta gamma di rappresentazioni all’interno dello spazio pubblico - sia esso costituito da muri, monumenti o veicoli - che varia da lettere, frasi, simboli o figure astratte, tutte comunemente riconducibili a una forma essenzialmente vandalica di espressione nel paesaggio urbano. Nel corso del tempo, tuttavia, si è assistito a una graduale riabilitazione del termine e del suo significato, dovuta proprio alla sua capacità di esprimere tanto azioni vandaliche quanto vere e proprie forme artistiche di controcultura popolare.
(Abre numa nova janela)Intuiţia (Intuizione), Obie Platon, 2019, Bacău (Romania).
L’ultima frontiera della street art è rappresentata dai murales antismog: vere e proprie opere d’arte urbana che, grazie a vernici speciali, sono in grado di assorbire l’inquinamento atmosferico. Il murale di Obie Platon a Bacău è il primo del suo genere in Romania.
In quest’ultima newsletter vi portiamo alla scoperta dell’arte di strada, in tutte le sue sfumature, al di là del nostro meridiano.
Buona lettura!
Arte urbana a Vilnius: capire la capitale attraverso graffiti e murales
La street art, nata come forma di espressione clandestina, si è evoluta col tempo fino a diventare una chiave di lettura dei cambiamenti delle città. È questo il caso di Vilnius, dove l’arte urbana domina gli edifici abbandonati del centro storico.
La damnatio memoriae del patrimonio jugoslavo
A più di trent’anni dalla dissoluzione della Repubblica socialista federale di Jugoslavia il destino del patrimonio jugoslavo, soprattutto quello architettonico, resta incerto. Alla violenza distruttrice e all’incuria degli anni Novanta, infatti, sono seguite azioni di restauro e ricostruzione, sebbene con frequenza e portata molto differenti a seconda del contesto. Ma la vandalizzazione non si è certo arrestata.
I graffiti politici di Tbilisi e Belgrado
A partire dal 2022, Tbilisi e a Belgrado si sono riempite di graffiti politici: mentre la popolazione georgiana ha espresso in essi la propria ostilità nei confronti dell’emigrazione russa, in Serbia i muri sono invece diventati dei campi di battaglia tra nazionalisti e liberali.
“L’arte è bella. Il Partizan è eterno”. Con i GTR per le strade di Belgrado
Proprio mentre stavamo per mandare online la nostra intervista ai GTR, qualcuno ha distrutto tutte le loro opere. Trattandosi di street art è uno dei destini incontro al quale possono andare certi lavori, ma un gesto così vile merita di essere condannato. Pubblicheremo il nostro articolo per dire ai GTR di continuare e non arrendersi.
Quartiere Zaspa di Danzica
Nato dalle macerie di un vecchio aeroporto militare, il quartiere-museo di Zaspa racchiude in sé la storia della città di Danzica: dal periodo della Città Libera alla costruzione dell’attuale quartiere residenziale caratterizzato da palazzi in pieno stile socialista, fino alla loro trasformazione in tele per i 60 murales che oggi raccontano la storia politica della città e rendono questo quartiere la più vasta galleria di murales in Europa.
Il quartiere Praga di Varsavia, dove i murales la fanno da padrone
A lungo città autonoma prima di essere annessa a Varsavia, Praga è un quartiere che giace lungo la riva orientale della Vistola. Qui, dove i carrarmati sovietici arrivarono nell ‘44, la città assume un aspetto antico e popolare. Le alte e grigie mura dei palazzi brutalisti e quelle logore dei palazzi dell’epoca prebellica hanno una cosa in comune: degli immensi murales che viaggiano nelle epoche e nelle culture delle genti che hanno plasmato e si sono fatti/e/* plasmare da Praga.
Kunst am bau, arte urbana di regime
Nella Germania Est l’arte, come altre forme espressive, era usata per la propaganda. Un esempio erano i wandbilder, opere realizzate su muri o edifici pubblici. Questa è la loro storia.
Nestor Machno: dall’Ucraina a Pordenone l’anarchia lascia il segno
Nel luglio 2022 sui muri della città di Pordenone, in Friuli-Venezia Giulia, sono comparse alcune scritte in ricordo dell’anarchico ucraino Nestor Machno. Della sua figura ne aveva parlato Francesco Brusa in una conversazione con il ricercatore Colin Darch, professore all’Università di Cape Town e autore di un libro dedicato a Machno.
Arte e politica nella Turchia degli anni Settanta: Gülsün Karamustafa
I suoi manifesti realizzati per il Primo Maggio 1977 rientrano tra le immagini più potenti della storia dei lavoratori. L’artista turca Gülsün Karamustafa, celebre a livello internazionale, ha trascorso sei mesi in carcere dopo un colpo di Stato in Turchia nel 1971, e le sue opere riflettono la società, l’incontro tra culture, la sofferenza delle migrazioni.
Le culture pop di Budapest e Kyiv con Kiosk
In questa puntata del programma radiofonico Kiosk la nostra Claudia Bettiol, in compagnia di Simone Zoppellaro, ci descrive la Kyiv di oggi, città che con i suoi monumenti e murales ci racconta, oltre agli orrori del nazismo e dello stalinismo, anche la rivoluzione del 2014 e la guerra in corso.
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