Quella degli affari di famiglia

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Sono un po' di settimane che parliamo di cosa significa perdere la voglia, perdere magari la bussola oppure avere qualcosa da dove risolvere. Oggi vorrei invece spostare l'attenzione e fare dei parallelismi con una serie che sto finalmente riguardando dopo anni e anni. Per molti considerata una delle migliori serie tv mai fatte. E sto parlando di "I Soprano", con uno spettacolare James Gandolfini.

-I veri Affari di Famiglia-

Non ricordavo molto della serie, considerando che la prima volta avevo intorno ai 16 anni, ero un ragazzino e magari molte sfumature non le riuscivo a percepire. Guardandola invece con gli occhi di ora, la serie di HBO mi è sembrata completamente diversa e lontana dal ricordo che avevo. Lontana dalla mafia ma con un occhio attento a raccontare la vita di persone che vivono al limite della legalità, come umani e non come pedine di una scacchiera. In poco tempo si è sicuramente assicurata un posto altissimo nella classifica delle mie serie preferite, andando quasi allo stesso posto che da un bel po' aveva Lost (e tranquilli parleremo anche di quella qualche volta).

La famiglia Soprano è una famiglia diversa, una famiglia che vive tra la legalità e i misteri di Tony che tiene lontani i suoi cari dal suo "lavoro". Trovatosi a gestire qualcosa che di più grande di lui e che lo porterà ben presto a doversi mettere in discussione non solo come uomo, ma anche come padre e amante. Attacchi di panico, problemi di famiglia, problemi sul lavoro e sedute che porteranno a mettere in discussione quella "vita" che fino a poco fa sembrava idilliaca, ma che alla fine si presenta per quello che è davvero.

E' come se gli "affari di mafia" fossero solo un pretesto per raccontare la vita di un uomo e delle sua "banda", e di come tutto il lavoro impatti sulle loro vite non solo dal punto di vista personale, ma anche come collettivo e come "famiglia". Fino all'arrivo sappiamo bene come erano descritte le vite dei gangster all'interno del cinema. Soldi, droghe, donne e armi. Ora arrivano i Soprano e ribaltano completamente tutto.

Ma attenzione! Non è assolutamente un pretesto per farti amare un personaggio che vive nell'illegalità, ma ti mette davanti agli occhi tutto quello c'è da vedere per poter poi prendere la tua decisione e condannare qualcuno per le sue azioni.

-I Figli di nessuno e la Donna di casa-

Fin dalla prima stagione vengono messe le basi del racconto amoroso di Tony Soprano e di sua moglie Carmela, raccontato come un tappeto che si trascina all'interno di una tempesta. Gli sguardi, i segreti e soprattutto la difficoltà di affrontare il mondo esterno per una donna che si ritrova sempre sola contro tutti, per ciò che rappresenta il marito all'interno della comunità del New Jersey.

Con il passare delle stagioni questo rapporto viene messo in crisi, evolvendosi e facendo crescere i figli di Soprano in un mondo completamente distaccato dal resto. La voglia di emergere come singoli e staccarsi dal nome che portano è visibile dai loro comportamenti e dalle scelte che gli vengono fatte compiere.

Carmela in tutto questo è pedina di una scacchiera, che non riesce a muoversi e che si sente sempre più in trappola. Ed ecco che qui si scatena completamente la visione della donna in una piramide che la vuole sempre presente per il suo "uomo". Un immagine non tanto lontana da quello che si vedeva negli anni 40, e figlia ovviamente di una tradizione che sembra non volersi scardinare da quelle famiglie e da quel mondo.

Intrappolata tra la chiesa e la famiglia, vedrà poi una via d'uscita che sarà la sua condanna definitiva? Questo lo lascio scoprire solo a voi guardandola.

Sentivo il bisogno di parlarne perché è una serie che davvero mi sta prendendo tanto e che soprattutto è riuscita a tenermi incollato allo schermo, cosa che non succedeva da ormai tempo immemore per una serie. Ora se vi volete bene, dategli una chance e guardatela tutta!

Noi ci leggiamo la prossima settimana!
-Gius

What is a man? A Miserable little pile of secrets!”
– Dracula-
Castlevania: Symphony of the Night, PS1, 1997