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Newsletter #48 - Voci dalla Rivoluzione della Dignità

Come disse Otto von Bismarck, nessun trattato con la Russia vale la carta su cui è stato scritto. Per quanto tempo ancora potremo tollerare questo sporco ricatto del gas? Tutti sanno che la nostra integrazione in Europa si è bloccata quando Janukovyč ha parlato con Putin. Come possiamo avere un futuro normale in un’alleanza con persone che dicono che l’Ucraina non è mai esistita? Guardate quanti di noi sono qui oggi! Siamo forti, intelligenti, resistenti! Siamo fiduciosi! Il potere è con noi! 

[Irena Karpa, scrittrice ucraina, 2014]

Il 21 novembre 2013 il giornalista e attivista ucraino Mustafa Nayyem, deputato alla Verchovna Rada, frustrato dalla decisione dell’allora presidente Viktor Janukovyč di non firmare l’accordo di associazione con l’Unione Europea (Si apre in una nuova finestra), promesso da tempo, scrisse un post su Facebook (Si apre in una nuova finestra) invitando gli ucraini a scendere in Piazza Indipendenza (Majdan Nezaležnosti) a protestare in maniera pacifica contro il governo. 

Appuntamento alle 22:30 sotto il monumento all’Indipendenza. Vestitevi bene, portate ombrelli, tè, caffè, buon umore e amici. Il repost è molto gradito!

A partire da poche migliaia di persone, le proteste si sono moltiplicate fino a diventare le più grandi dall’indipendenza dell’Ucraina. Majdan è diventato – per la terza volta – il cuore di Kyiv: una piazza che pulsa e vive al ritmo dei tamburi della rivoluzione. 

Da pacifica, la rivoluzione diventa violenta: feroci scontri tra i manifestanti e la Berkut (la polizia antisommossa) hanno avuto luogo tra il 18 e 19 febbraio 2014, passati alla storia come la fase finale del confronto tra il Majdan e le forze di sicurezza del presidente Janukovyč. Secondo alcune stime, in quei due giorni hanno perso la vita tra le 70 e 80 persone e più di 700 sono state ferite nel solo centro di Kyiv. Dopo il 20 febbraio, un’altra ventina di manifestanti sono morti a causa delle ferite riportate. Così, i Cento Celesti (Nebesna Sotnja) sono diventati letteralmente cento.

La cosiddetta Rivoluzione della Dignità segna un momento storico fondamentale per l’Ucraina, un punto di non ritorno che scatena una serie di eventi tragici nel paese. Se il Majdan, in un certo senso, si conclude entro pochi mesi, le vicende che gli susseguono non vedono ancora una fine: l’annessione della Crimea del 18 marzo 2014, lo scoppio del conflitto armato nei territori secessionisti di Luhans’k e Donec’k nella primavera del 2014 e, infine, l’invasione russa dell’Ucraina su larga scala del 24 febbraio 2022.

In questa newsletter, abbiamo cercato di dare voce ad alcuni ricordi di come tutto ha avuto inizio, prendendo in considerazione non solo la città di Kyiv, cuore del Majdan, ma anche la periferia.

Vivere la Storia: la rivoluzione di Kyiv, una città nel fuoco della protesta

“Una Kyiv come non l’ho mai vista prima, nel fuoco della protesta, con barricate difensive e posti di blocco, con un’enorme idea che brilla nell’aria”. Dieci anni fa aveva inizio l’Euromajdan, la Rivoluzione della Dignità, che ci viene oggi raccontata da Evgen Brytavski, un ragazzo originario di Odesa, il quale, nell’inverno 2013-2014, decise di prendere parte alla rivoluzione di Kyiv.

Ricordi da Majdan. Voci rivoluzionarie da Sumy alla capitale

Originario della regione di Sumy, situata a nord-est dell’Ucraina e a pochi chilometri dal confine russo, Bohdan non è rimasto fermo a guardare quando già nel novembre del 2013 scoppiarono le prime proteste a Kyiv, che oggi portano il nome di Rivoluzione della Dignità. In questa intervista del 2018 condivide con noi alcuni suoi ricordi da Majdan.

“Per me Majdan è una questione di libertà”: l’eredità sociale della rivoluzione

Prima di essere un punto di svolta politico, Majdan è stato un punto di svolta sociale. A questo proposito abbiamo intervistato Ihor Hannenko, ex attivista di Sumy, città considerata “periferica” nella narrazione della rivoluzione.

La Rivoluzione della Dignità nell’Ucraina orientale: “Il Donbas è Ucraina” di Kateryna Zarembo

Le regioni dell’Ucraina orientale di Luhans’k e Donec’k (oggi quasi totalmente occupate dai russi) sono state anch’esse protagoniste di movimenti di protesta di matrice filoucraina e filoeuropea durante le manifestazioni della Rivoluzione della Dignità che hanno scosso l’Ucraina nel 2013-2014. Di questi movimenti ci racconta Kateryna Zarembo in un capitolo del volume Il Donbas è Ucraina, tradotto da Yaryna Grusha.

L’inno di Majdan e la musica della Rivoluzione della Dignità

Dal 18 al 20 febbraio 2014 si è svolta la fase più intensa e finale della Rivoluzione della Dignità. Anche se l’Euromajdan si è concluso, il tema rimane attuale: si continua ancora oggi a cantare la rivoluzione in molte canzoni. Ecco l’inno non ufficiale di Majdan. O forse dovremmo dire gli inni?

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