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Newsletter #28 - 📻 “Attenzione, parla Meridiano 13” 📻

Oggi si ascolta la radio principalmente a scopo di intrattenimento, magari in macchina o in ufficio. Per tutta la prima metà del Novecento invece, la radio è stata l’unico mezzo d’informazione per milioni di persone. Notizie, informazioni militari, eventi politici e sportivi, tutto veniva raccontato solo ed esclusivamente attraverso la radio. 

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Proprio per questo è stata spesso utilizzata per scopi propagandistici e ideologici. In questo numero della nostra newsletter vi porteremo in un viaggio attraverso l’etere. Vi porteremo nella Germania dell’Est, a Capodistria, in Jugoslavia, in Albania, alla scoperta della storia delle emittenti del blocco comunista (Si apre in una nuova finestra). (clicca per leggere tutti gli articoli sul sito)

Che le trasmissioni abbiano inizio…

A partire dagli anni Trenta, molte radio pubbliche dei paesi del blocco comunista cominciarono a trasmettere anche in italiano. Tra propaganda e intrattenimento, le parole diffuse dalle emittenti comuniste influenzarono anche l’opinione pubblica italiana. Recensione di Marco Siragusa del libro di Lorenzo Berardi, Radiocronache. Storie delle emittenti italofone d’Oltrecortina, che ci accompagna alla scoperta di dieci radio del blocco comunista e del loro rapporto con il nostro paese. 

Lo storico cronista sportivo Sergio Tavčar è spesso in vena di racconti e i suoi aneddoti sull’attività quotidiana all’interno della redazione di TeleCapodistria (dove ha lavorato fin da giovanissimo negli anni Settanta) sono sempre appassionanti. In quello che ci propone per questa newsletter, rievoca una peculiare procedura di selezione dei “team” giornalistici per gli eventi internazionali sportivi che si teneva regolarmente in Jugoslavia.

Nel corso della storia dello “Stato degli Operai e dei Contadini” le radio hanno svolto un ruolo di grande importanza. Mezzo per costruire una nazione o per sabotare gli eterni nemici, ma anche strumento di dissidenza e di ribellione. Ce ne parla il nostro Roberto Brambilla.

Mentre negli anni Novanta si consumava il peggiore conflitto armato in Europa dopo la Seconda guerra mondiale, nelle acque internazionali tra l'Italia e l'ex Repubblica socialista federale di Jugoslavia giornalisti serbi, croati, bosniaci e sloveni si affidarono alle onde radio per trasmettere un'informazione imparziale ai propri concittadini. È la storia di Radio brod (Radio barca), un'emittente pirata su una stazione radio galleggiante nel mezzo dell'Adriatico.

Il 12 luglio alle 17:00 all’ArcoLab di Trieste si svolgerà la presentazione del libro Ciao Shqiperia. Il secolo dei media nei rapporti culturali italo-albanesi di Vito Saracino edito da Besa Muci (2022). In questo pezzo il suo autore, Vito Saracino, ci racconta della nascita di Radio Tirana e del suo ruolo nel preparare l’invasione fascista dell’Albania nel 1939. 

Radio Sarajevo è una delle prime nonché più longeve radio bosniache, messa a dura prova dagli eventi degli anni Novanta. In questa intervista condotta da Giulia Lisdero, Neven Andjelić, professore universitario e reporter di Radio Sarajevo durante la guerra, ci racconta cosa volesse dire fare radiogiornalismo imparziale in una Sarajevo assediata e dilaniata dal conflitto.

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