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Newsletter #24 - Femminismi, oltre l'8 marzo

Tra le dodici donne dell’anno (Si apre in una nuova finestra) scelte dalla rivista Time, quest’anno c’è l’ucraina Olena Ševčenko che da anni è impegnata in una lotta ferrea contro gli stereotipi di genere nel suo paese. Co-fondatrice dell’Ong Insight (Si apre in una nuova finestra), creata nel 2017 a Kyiv, Ševčenko offre sostegno alle donne e alle persone LGBT+ e negli anni è stata oggetto di ripetuti attacchi e minacce. Insight gestisce due centri-rifugio a Kyiv e a Leopoli e negli anni ha risposto a oltre 45mila richieste di aiuto da tutta l’Ucraina.

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Il messaggio di Olena Ševčenko, assieme a quello di molte altre donne della nostra contemporaneità e del passato, è al centro della nuova newsletter di Meridiano 13, dedicata all’8 marzo e ai femminismi oltre il 13esimo meridiano est. (Si apre in una nuova finestra)

Quale ricadute hanno avuto l’Euromaidan e la guerra sull’attivismo femminile e femminista in Ucraina? In questo lungo articolo, l’esperta di Pari Opportunità e Diversity&Inclusion Eugenia Benigni ci accompagna (con un supporto anche fotografico) nel mondo delle Ong, delle organizzazioni, delle reti di supporto e dell’attivismo politico al femminile che si è sviluppato dal 2014 a oggi in questa terra ancora martoriata dal conflitto.

La guerra scatenata dalla Russia contro l’Ucraina ha causato, tra le altre cose, la nascita di una nuova forza politica in Russia: la Resistenza Femminista contro la Guerra. In occasione della Giornata Internazionale della Donna, abbiamo intervistato la coordinatrice Lilija Veževatova per capirci di più su questo movimento che in questo primo anno di guerra ha saputo affermarsi nel panorama politico russo e internazionale.

L’assenza femminile nelle cosiddette discipline STEM ha radici profonde, legate a strutture sociali e stereotipi di genere duri a morire. Come approfondisce Sara Urbani, sono molte le problematiche in cui incorrono le donne nella scienza e molto spesso il loro ruolo viene omesso, come successo nel caso della moglie di Albert Einstein, la fisica serba Mileva Marić cui probabilmente dobbiamo parte della teoria della relatività.

Dalle prime pioniere alle donne di oggi, Loredana Gamurari (Si apre in una nuova finestra) ci accompagna in questo articolo tra le biografie delle moldave che in qualche maniera hanno fatto la storia del femminismo nella Repubblica di Moldova. Scrittrici, avvocate, deputate, aviatrici hanno tutte sfidato gli stereotipi di genere, dimostrando il valore e il ruolo fondamentale che una donna sa svolgere in una società che le garantisca parità di diritti.

Si fanno chiamare molitelji ossia “coloro che pregano”. Pregano per la patria, la castità prematrimoniale, l’autorità familiare maschile, la decenza femminile, auspicano che l’aborto venga vietato. Il tutto avviene nelle piazze delle città croate, capitale compresa. Ce ne parla Boško Habuš in questo articolo, raccontandoci la ricezione e il contesto di questo fenomeno allarmante nella vicina Croazia.

Restiamo in Croazia con la poesia di Olja Savičević Ivančević, nota autrice croata contemporanea, che scatta un’istantanea, con rabbia e rassegnazione allo stesso tempo, della situazione delle donne nel panorama letterario croato, e non solo.

Nel 2020 è uscita (in inglese) un’importante antologia di poesia femminista russa intitolata F-Letter: un’operazione lodevole soprattutto per il tentativo di sistematizzare un fenomeno ancora in via di sviluppo, raccogliendo i frutti più interessanti della produzione poetica di una decina di giovani poetesse russe. Abbiamo chiesto a una delle curatrici e traduttrici, Ainsley Morse, di raccontarci a distanza ormai di qualche anno come è stato tradurre e assemblare questa raccolta poetica.

Femminismo e scrittura decoloniale, come si legano nel Kazakhstan di oggi? Ce ne parla la scrittrice El’mira Kakabaeva che, in seguito all’invasione russa dell’Ucraina, è rientrata nel natio Kazakhstan e ha lanciato una serie di corsi per sole donne. Le lezioni si tengono in lingua russa, una contraddizione per chi aspira a decolonizzare la propria scrittura? Nient’affatto, spiega Kakabaeva in un’intervista condotta da Martina Napolitano (Si apre in una nuova finestra).

A partire dagli spunti offerti dal libro Aborto senza frontiere del polonista Alessandro Ajres, Maria Savigni (Si apre in una nuova finestra) ci racconta la lotta delle donne polacche contro le restrizioni all’aborto imposte dal governo. Esplorando le connessioni tra linguaggio, canzoni popolari e arte contemporanea, il movimento ha proposto una visione del mondo alternativa a quella nazional-conservatrice.

Infine, vi proponiamo una lettura piacevole e dissacrante: una festa tra colleghi in occasione dell’Otto marzo sfocia in scandali verbali, inviti a tradimenti e… inaspettate conseguenze. Dopo aver letto questo racconto della scrittrice macedone Rumena Bužarovska, non potrete più pensare all’Otto marzo senza immaginarvi uno strano odore di fegatini!

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