Newsletter #15 - Ciak si gira, anche in Europa dell'est
Nel 1921 l’intellettuale Ricciotto Canudo coniò per il cinema la definizione di “settima arte”. In realtà cento anni dopo possiamo ormai dire che il cinema racchiude in sé molte arti, molti mondi e molte voci.
Per questo motivo questa newsletter sarà particolarmente ricca di contenuti, tramite i quali speriamo di potervi dare una panoramica delle tante voci che compongono il mondo del cinema dei territori orientali.
Buona lettura!
L’invasione russa dell’Ucraina del 24 febbraio ha messo in ginocchio anche l’industria cinematografica ucraina. In particolare, la proposta dello scorso agosto dell’Agenzia cinematografica statale ucraina di “riorganizzare” il più grande archivio cinematografico dell’Ucraina, il Dovženko Center, e di dividerlo in tre istituzioni separate, ha suscitato un dibattito sulle politiche culturali da attuare in tempo di guerra. Ce ne parla la nostra Claudia Bettiol (Si apre in una nuova finestra).
Belgrado, settembre 1979: la città è attraversata da un “fantasma” che a bordo di una Porsche rubata dà spettacolo per le strade del centro facendosi inseguire dalla famigerata Milicija. C’è un problema: bisogna ristabilire l’ordine prima che il Maresciallo Tito ritorni da un viaggio diplomatico. Nel 2009 esce il film Beogradski fantom, prima pellicola del regista serbo Jovan Todorović che riprende gli avvenimenti di trent’anni prima. Ce ne parla Tobias Colangelo (Si apre in una nuova finestra).
Il cinema ceco contemporaneo non gode ancora di un’ampia diffusione tra il pubblico italiano, fatta qualche eccezione. Eppure, ha una solida e importante tradizione che nasce anche da una scelta particolare: l’uso della tecnica del bianco e nero nelle produzioni contemporanee. Martina Mecco, in questo articolo, ci porta alla scoperta del cinema ceco contemporaneo in assenza di colore.
Basato su eventi reali, il film di esordio Anatol Durbală - nonché uno dei film più premiati del cinema moldavo contemporaneo - What a wonderful world (in romeno Ce lume minunată) segue le vicende delle proteste che seguirono le elezioni del 5 aprile 2009. Nella pellicola così come nella realtà, la repressione della polizia è brutale. Di questo film e degli eventi di quei giorni ci parla Giulia Pilia (Si apre in una nuova finestra).
Sarajevo safari è un docufilm che porta alla luce un capitolo brutale e poco noto della Sarajevo assediata: i “safari” umani. Con testimonianze e filmati dell’epoca, il regista Milan Zupanič cerca di ricostruire le vicende e propone interrogativi non solo etici, ma anche di natura introspettiva e psicologica. Ce ne parla Serena Prenassi (Si apre in una nuova finestra).
Viktor Služkin, biologo disoccupato sulla soglia dei trent’anni, accetta l’impiego di docente di geografia in un disordinato liceo di Perm’. Questo l’inizio del film Il Geografo si è bevuto il mappamondo che, ispirato all’omonimo romanzo di Aleksej Ivanov, indaga in modo profondamente semplice e attuale i rapporti umani, i cambiamenti sociali e la memoria storica nella Russia post-sovietica. Ce ne parla Laura Cogo (Si apre in una nuova finestra).
Ultima opera del celebre regista polacco Andrzej Wajda, Il ritratto negato è incentrato sulla figura di Władysław Strzemiński, esponente del movimento del Costruttivismo. Ma la sperimentazione e l’astrazione dell’immagine proposte dalla corrente d’avanguardia si scontrano presto con i rigidi dettami del Partito e il modello di “arte per il popolo” proposto dal regime.
Vi proponiamo infine un estratto della rielaborazione di precedenti lavori di Stefano Pisu, ricercatore dell’Università di Cagliari, sul tema delle coproduzioni cinematografiche italo-sovietiche, tra cui il volume La cortina di celluloide. Il cinema italo-sovietico nella Guerra fredda, Mimesis (Si apre in una nuova finestra).
Approfittiamo inoltre per riproporvi due articoli a tema, uno sul nuovo cinema indipendente dell’Asia centrale a firma della regista tagica Anisa Sabiri, l’altro un’intervista del nostro Marco Siragusa (Si apre in una nuova finestra) agli organizzatori del festival Albania, si gira dello scorso giugno.
Il nuovo cinema indipendente prende piede in Asia centrale (Si apre in una nuova finestra)
“Albania, si gira”. Intervista dietro le quinte (Si apre in una nuova finestra)
Infine la bonus track: la nostra redazione ha stilato per voi una lista di consigli cinematografici dedicata alle pellicole girate rigorosamente a est del meridiano 13 nell’ultima decade.
Ti sei perso le newsletter precedenti? Puoi recuperarle qui (Si apre in una nuova finestra)!
Se vuoi conoscerci meglio e scoprire chi siamo o se pensi che stiamo facendo un buon lavoro e vuoi sostenerci, qui trovi maggiori informazioni su di noi (Si apre in una nuova finestra).
Seguici anche su Facebook (Si apre in una nuova finestra) / Telegram (Si apre in una nuova finestra) / Instagram (Si apre in una nuova finestra)!