Calcerò #39 – Mani
Calci da fermo, 9/24 - Quelle sulle curve, quelle che mettono pomate, quelle che fanno gesti
Ciao a tutti, ben ritrovati.
Oggi parliamo di mani.
Fischio d’inizio.
La tripletta mensile di Calcerò
Ogni 10 del mese: Verticalizzazioni - Con i consueti temi e il consueto stile di Calcerò.
Ogni 20 del mese: Retropassaggi - Una lettura su un calciatore del passato, pubblicata a suo tempo, ma sparita dagli archivi (per passaggi di server o chiusura delle testate).
Ogni 30 del mese: Calci da fermo - Trenta righe, pochi sconti.
TRENTARIGHE
Che anni dopo l’inchiesta “Alto Piemonte” vi siano ancora società e tesserati in contatto con i boss delle curve è di inaudita gravità, anche perché che le maggiori siano in mano alla criminalità organizzata non è una scoperta odierna (per dirne solo una: nell’inchiesta di Milano si parla anche del catering di San Siro. Ebbene: se fate un’accurata ricerca, questo aspetto era emerso anche nel 2014. E andate a rileggere questa inchiesta dell’Equipe di un anno e mezzo fa... (Si apre in una nuova finestra)), anche se per i giornalisti embedded dei club queste cose non esistono. I club non possono non sapere, sia chiaro, anche perché, come con i criminali di cui sopra, perché ovunque alti dirigenti delle società hanno contatti anche con politici e membri delle istituzioni che conoscono bene determinate situazioni. A questo punto, sarebbe interessante un’altra lunga sfilata di figure calcistiche davanti alla Commissione Antimafia, oltre che nelle aule degli eventuali processi. Tra l’altro, alcuni dirigenti non è nemmeno la prima volta che entrano in determinate conversazioni.
Il caso sportivo delle ultime settimane è il non-doping di Jannik Sinner, con annessi e connessi (qui un bignamino di Ubitennis per chi è stato su Marte da luglio in avanti) (Si apre in una nuova finestra). Calcerò però si occupa di calcio, e parlando di atleti e Clostebol (in una pomata) viene in mente il caso di José Palomino, sputtanato, sospeso, assolto, trovatosi al cospetto di un ricorso del Tna, riassolto infine dal Tas, una storia durata in totale 13 mesi. Per intenderci: il doping è un problema serissimo. Ma anche le regole e l’iter dell’antidoping iniziano a non essere da meno.
Un dettaglio di campo, ma a margine, è il gesto (qualcosa del tipo “parlate, parlate”) di Dusan Vlahovic dopo avere segnato contro il Genoa. Ora, è incredibile che certi giocatori non capiscano come gestucoli del genere, in sé inoffensivi e peraltro generici, siano in realtà segnali di debolezza, riutilizzabile a loro discapito quando le cose dovessero girare in altra maniera. Chiunque gioca dovrebbe sapere una cosa: parla il campo, e tanto basta, senza bisogno di scenette buone solo per essere imitate da chi i calciatori li considera idoli. Anche qui, la chiosa è come quella della puntata di Calcerò-Calci da fermo del 30 luglio: crescete, su.
Bonus track per chi volesse approfondire: a questo link l’intera monografia di The SpoRt Light dedicata agli ultras, tra studio, colpevolizzazione, criminalità, regole e mentalità.
Triplice fischio.
Calcerò - il futuro del pallone è curata da Lorenzo Longhi (Si apre in una nuova finestra)
Puoi trovare l’archivio qui (Si apre in una nuova finestra)
Sostieni la newsletter a questo link. (Si apre in una nuova finestra)