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Sant’Antonio e le feste che muovono qualcosa dentro.

“Sant’Antun’ mascher’ e sun’”

Sant’Antonio Abate, 17 gennaio, è un portale significativo, molto sentito, nel calendario sacro. Il punto temporale in cui comincia il Carnevale.
Ogni festa che mantiene questo tipo di forza, di potenza collettiva, a me sembra condensi sempre una serie di stratificazioni, culturali, antiche, antichissime, e mescolanze di tradizioni varie.
Quanto più questo succede, tanto più la festa è “potente”; quando ciò avviene qualcosa di prezioso c’è sempre da andare a cercare, qualcosa da cui farsi - almeno un po’ - attraversare.
Ci sono due cose, due punti nella mappa del gioco con il calendario, che mi sembrano interessanti da disegnare.
Provo a tracciarli.
Il primo non è sempre così evidente: le feste più “fertili”, quelle che toccano in modo più profondo, sono sempre feste dinamiche, in movimento. In cui cioè gli elementi, i simboli forti della festa non rimangono fermi, ma continuano - magari molto lentamente - a mescolarsi, a trasformarsi, a passare di livello nel tempo e nello spazio delle varie tradizioni, soprattutto a richiedere un coinvolgimento totale di chi partecipa. Sono dinamiche che non si possono controllare - e che quindi non si possono mercanteggiare. Le feste che invece, magari per motivi turistici, si cerca di bloccare secondo alcuni elementi, schemi caratteristici, tendono a perdere questa forza trasformatrice - una delle funzioni più belle della festa. Sono feste che si “va a vedere”.
L’altro elemento, anch’esso poco considerato dal punto di vista culturale è la funzione del Cristianesimo come strumento di sintesi del sacro, di passaggio di livello; funzione attuata rispetto al calendario soprattutto attraverso le storie meravigliose dei Santi.
Nelle feste in cui la religione cristiana, per motivi vari, ha evitato di distruggere le stratificazioni più antiche, cercando di attivare una sintesi misteriosa di intrecci fra fatti storici, vite dei Santi, leggende, tradizioni e usanze popolari, è riuscita spesso molto bene a mantenere vivo, pulsante, il nucleo sacro della festa, le dinamiche profonde, riuscendo anche ad attivare una transizione simbolica di elementi.
Un esempio di questo tipo è secondo me proprio la festa di Sant’Antonio Abate, in cui si condensano tutti gli elementi.

LA STORIA DI SANT’ANTONIO E IL FUOCO
Delle tante storie della vita leggendaria di Sant’Antonio riporto una fra quelle che mi diverte di più.
Sant’Antonio era un Santo molto rispettato. A quel tempo nel mondo c’era un periodo di grande gelo, un inverno freddissimo. Gli uomini chiesero aiuto a Sant’Antonio.
Sant’Antonio andò a bussare alla porta dell’Inferno accompagnato dal suo maialino. I diavoli, timorosi della sua potenza e della sua presenza, appena lo videro, richiusero in fretta la porta. Ma il maialino riuscì a infilarsi fra l’uscio semiaperto. Mise a soqquadro tutto l’Inferno tanto da costringere i diavoli a richiamare Sant’Antonio per chiedergli di riprendersi l’animale. I diavoli aprirono la porta dell’Inferno per far uscire il maialino e Sant’Antonio rubò così un pezzo di fuoco per regalarlo agli uomini.
E finì il lungo inverno…

SANT’ANTUONO E LA MUSICA CHE SCACCIA I DIAVOLI

C’è una connessione misteriosa, affascinante, fra Sant’Antonio e la musica. Emerge molto interessante nella festa del 17 gennaio a Macerata Campania. Viene raccontata in questo documentario:

https://www.youtube.com/watch?v=caIi6dsrjVM&list=WL&index=59&t=1132s (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)

Ciao

Sujet Calendario Magico

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