Quella delle tutine colorate e del troppo stroppia
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Settimana scorsa sono andato davvero in fondo alla questione nostalgia, era un argomento che ci portavamo dietro da due settimane e possiamo ritenerci soddisfatti di come l'abbiamo sviscerato. Oggi invece ero partito con la voglia di parlare di attualità, tutto scaturito dall'ultimo State of Play di Playstation (dopo vi spiego bene che cos'è lo State of Play). Ma poi Mercoledì sera ho visto lo speciale dedicato al 30esimo anniversario dei Power Rangers e quindi ho capito che dovevo per forza dedicare un piccolo spazio della newsletter di oggi anche a quello. E' giovedi sera, e ho maturato un po' di pensiero dopo 24 ore dalla visione e sinceramente, penso che sia stata un'esperienza "bella".
-Trasformazione-
Vorrei dedicare un po' di tempo anche a tutta la storia dietro i personaggi in tutine colorate, che in tanti hanno visto centinaia di volte alla TV. Dal 93 accompagnano bambini e giovani adulti di ogni età appassionando con le loro avventure al limite del credibili chiunque si avvicini al brand. E pensare che tutto è nato dal Giappone. I cosiddetti Super Sentai giapponesi, ovvero quelle serie dove c'è un gruppo di persone che tramite un qualsiasi tipo di dispositivo si trasforma e acquisisce poteri straordinari. Non voglio far diventare però questo paragrafo una lectio magistralis sui Super Sentai (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre), anzi se ne avrete voglia potremmo invitare anche qualcuno per parlarne. Fatemelo sapere, che cercherò di organizzarmi al meglio, perché credo sia sempre un argomento interessante. Nel caso però qualcuno di voi sia voglioso di consocere di più sulla serie e sulla sua orgine vi consiglio vivamente la visione della serie Netflix "I giocattoli della nostra infanzia (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)".
Tornando invece a noi... Power Rangers Una volta e per Sempre è...beh, è bello. Cosi come dovrebbe essere un tributo ad una serie che ha fatto il suo tempo. Ritrovare gli stessi volti di un tempo ha un che di nostalgico. Cercare di capirne anche i cambiamenti rispetto ai nostri tempi e soprattutto raccontare la fine di una storia che abbiamo lasciato tanti tanti anni fa. Tutti sono cresciuti, alcuni purtroppo non ci sono più e la consistenza di quello che si vede a schermo ne risente e si vede. Non aspettatevi ovviamente dei dialoghi di alto livello, rimaniamo sempre sulla stessa onda delle serie odierne. Ma quello che mi ha sorpreso sono come sempre le coreografie e le lotte, la sensazione di nostalgia che mi da vedere quelle tutine attillate di colori diversi ancora una volta, sapendo che quello è però un prodotto di oggi e non di 20 e più anni fa.
E forse è tutto li, tra un ricordo sbiadito e un "trasformazione" gridato prima di prendere a cazzotti il nemico di turno che mi affascinava un tempo e che mi affascina ancora tutt'oggi. Per motivi sicuramente diversi, ma che in fondo sono ancora nascosti dentro di me. E quindi che fare? Se siete stati amanti delle prime serie dei Power Rangers è sicuramente da recuperare, 50 minuti passati in tranquillità e senza dover per forza attivare il cervello. Non sempre dobbiamo vedere cose impegnate, anzi distrarci fa sempre bene.
-Ma quindi sto Final Fantasy senza turni?-
Ora vorrei toccare invece un argomento cardine, ne ho già "discusso" sui miei social un po' di giorni fa. Ma ho visto troppa foga nel discutere lo State of Play dedicato a Final Fantasy 16. Questa serie di eventi tenuti da Sony non sono altro che dei piccoli appuntamenti in grado di mettere il focus su uno o più prodotti che andranno sul mercato da li a breve. Ormai è una formula ben rodata e che con il tempo ha trovato la sua forma. Quello che però ha suscitato la mia attenzione sono stati gli ultimi minuti dedicati al titolo di Square Enix. Per quanto io sia rimasto estasiato dal gioco e dal suo sistema di combattimento. IN mente ho solo un unico pensiero "Bulimia videoludica".
Siamo in un periodo del medium in cui veniamo bombardati costantemente di informazioni, ne vogliamo sempre di più, ne cerchiamo sempre di più e una volta che abbiamo completato tutto quello che c'è da sapere su un prodotto, vogliamo immediatamente altro. Includo ovviamente anche me nel discorso, anche se da certe tipologie di pensiero me ne tengo ben distante. Mi chiedo però dove possiamo arrivare cosi? Mostrare tutto quel minutaggio di gioco ha rovinato la sorpresa a centinaia di giocatori che magari avrebbero voluto scoprire da soli alcuni tipi di interazioni. Molti boss sono stati spoilerati, e senza il benché minimo avviso all'interno del video. Ma ora quindi di chi è la colpa?
https://www.youtube.com/watch?v=UfP_3UD5qF8&vl=it (S'ouvre dans une nouvelle fenêtre)Leggo spesso in giro sui social e nei commenti sotto gli articoli, che al videogiocatore medio piace asserire che tutta la colpa sia "dell'industria". Come se essa fosse un'entità astratta formata da essere senzienti che prendono decisioni senza il benché minimo dato. Ebbene, i dati ci sono eccome e forse la colpa di tutto questo è proprio della massa di videogiocatori scontenti di tutto. Un argomento che sicuramente sviscereremo prima o poi che mi piacerebbe discutere anche con qualche ospite qui in Newsletter. Siamo ormai quasi alla metà del 2023 e ancora non si riesce ad informare il videogiocatore in modo adatto. Ancora non si capisce che l'informazione non può essere un leak, un tweet, o una parola detta a metà. In questo modo da ormai un ventennio, si è cresciuta una generazione di giocatori affamata di notizia e del prossimo scoop, senza la benché minima idea di cosa ci sia dentro il proprio giochino preferito.
La soluzione a tutto questo? Io non la ho, o forse mi sono già stancato di doverla trovare, perché un tempo davvero ci pensavo a voler risanare almeno una piccola parte del tutto. Ma ora, dopo pochi anni mi sento stanco anche io di correre dietro ai giocatori ignoranti che in mente hanno solo le proprie idee sbagliate inculcate da qualcuno che molto probabilmente non sa neanche di cosa parli. :D
Lo so, forse oggi è stata una chiusa un po' amara. Ma il videogioco è anche questo. E vorrei mettere alla luce anche come il settore delle notizie abbia bisogno di una rifondazione, non da zero, ma da -100. Ecco perché anche la voglia di cercare spazi più piccoli di molte persone che ruotano intorno al settore dell'informazione videoludica. L'ambiente è diventato talmente tossico lato pubblico che nessun commento passa inosservato, e deve passare al vaglio di mille teste, senza motivo alcuno.
Spero di fare una buona cosa mettendo alla luce tutto questo all'interno di "Chiacchiere e Pad", perché questo è un luogo diverso, un luogo sicuro dove si vuole informare e parlare di ciò che si vuole in completa libertà, rispettando il lavoro di tutti e capendo anche i meccanismi che ci sono all'interno.
Noi ci leggiamo come sempre la prossima settimana, :)
-Gius
“There's no place like home.”
-Il Mago di Oz, 1939