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Calcerò #08 - Virtual insanity

Non sono solo videogiochi, sono qualcosa di più. E stanno cambiando il calcio. Quello reale

Ciao a tutti,

ben ritrovati da Calcerò, rigorosamente il giorno 11, ma qualche ora più tardi rispetto al solito, essendo la prima volta che questa newsletter esce di domenica ed è un po’ più breve del solito. Del resto la domenica, per chi si occupa di sport e nello specifico di calcio, non è un giorno di riposo.

Detto questo, sempre con il calcio immanente, in questo numero non mi occupo di sport. O forse sì, o meglio: la verità è che non lo so. Per una questione anagrafica e di educazione sentimentale – di generazioni ho scritto nel numero di agosto (Opens in a new window), e personalmente faccio parte della generazione X – direi di no, ma il mondo cambia e non ho problemi ad ammetterlo: nonostante dubbi e perplessità, la mia risposta è sbagliata. Ma di cosa sto parlando?

LINE UP

Io sono Lorenzo Longhi e potete contattarmi a questo indirizzo (Opens in a new window). L’archivio dei numeri precedenti si può consultare qui. (Opens in a new window)
Chi volesse sostenere il progetto Calcerò può farlo cliccando a questo link (Opens in a new window). Grazie.

E-GAMES
(disclaimer: essendo della generazione X, qualcuno dei termini utilizzati potrebbe essere non preciso al 100%)
Eccoci qua, di questo parliamo, di E-games, o E-sports perché, c’è da scommetterci, diventeranno sport olimpico, prima o poi. Il CIO si è già mosso con i vari comitati olimpici nazionali, CONI compreso, coinvolgendoli per arrivare poi in qualche modo a regolamentarli e riconoscerli poi nel programma. Mentre non è escluso di vederne alcune dimostrazioni a Parigi 2024 (lo ha auspicato anche il presidente francese Macron) (Opens in a new window), la prospettiva di Los Angeles 2028 appare invece il grande obiettivo che si realizzerà. Attenzione però: la definizione di E-sports è molto ampia, per chi li pratica, ma il CIO si limita agli sport virtuali, alla trasposizione videoludica insomma degli sport reali, non certo ai vari League of Legends et similia. E  anche tra i vari sport resi in maniera virtuale vi sono figli e figliastri: il calcio vero e proprio alle Olimpiadi c’è, parente poco amato dalle altre discipline invero, ed è improbabile che proprio il calcio possa entrare nel novero.

Ma FIFA, così come PES, sta rivoluzionando anche i gusti di coloro che saranno i futuri clienti del calcio e non si può non tenerlo in considerazione. Chi ha giocato a Super Kick Off e a giochi coevi, a suo tempo, sapeva accontentarsi di squadre inventate, giocatori senza nome, un paio di trucchi per rendere i risultati improbabili; PC Calcio ci ha insegnato versioni piuttosto creative del calciomercato, mentre per la simulazione, beh, gli anni passati da allora si vedono tutti. I manageriali hanno di fatto cresciuto milioni di appassionati in una modalità ben diversa, altrettanto ludica ma maggiormente di concetto e conoscenza dei club e dei giocatori, bug compresi (Anatoli Todorov, chi era costui?) (Opens in a new window), godendo magari nel portare in alto, in altissimo, club decaduti o sconosciuti. O magari quello della propria città o cittadina, il local club.
Ecco: FIFA e PES (Pro Evolution Soccer) sono qualcosa di diverso, hanno cambiato il panorama.

(il video al quale si riferisce l'immagine si trova a questo link. Può creare dipendenza) (Opens in a new window)

COME IL REAL
Fifa, di EA Sports, è il Real Madrid, in campionato (tra i giochi calcistici) e in Champions (tra quelli sportivi). Dal suo lancio sono state vendute oltre 325 milioni di copie del videogioco, quasi il triplo rispetto a PES, oltre nove volte i numeri di Football Manager. Anche rispetto ai più importanti giochi di simulazione sportiva, il dominio è incontrastato: la serie Madden American football si attesta sui 130 milioni, NBA basketball 118 milioni. Va da sé che, al cospetto di certe cifre, non si può sottovalutare l’impatto che certi giochi hanno su un pubblico che avrà capacità  di spesa in un futuro nemmeno troppo remoto.

Se sta crescendo una generazione highlights, se dei giocatori si guardano le skills “da Playstation”, se la Superlega è meno odiata in fondo di quanto si pensi, è perché una partita a FIFA non dura novanta minuti, perché è il talento dei fenomeni ad affascinare, perché è più facile guadagnarsi gli onori nella modalità “carriera” giocando con i grandissimi club piuttosto che scegliere la squadra di casa, anche perché certi campionati (tipo la B e la C italiane) in FIFA per esempio non esistono. E avere familiarità con i vari Mbappé, Camavinga, De Bruyne o con alcuni grandi talenti del campionato sudamericano non è la stessa cosa che averla con Maurizio Ciaramitaro o Gioacchino Prisciandaro, cosa che accadeva agli appassionati di Championship Manager qualche decennio fa. Non che sia un male ma, se si approfondisce la conoscenza globalizzata dei più forti o di coloro che lo diventeranno, a farne le spese non possono che essere i vasi di coccio.

COME CAMBIERÀ
Jan Kees Mons (Opens in a new window) è un ex consulente finanziario olandese che una quindicina di anni fa ha cambiato strada ed è diventato, fra le altre cose, anche un interessante osservatore del futuro degli sport e di ciò che vi ruota attorno. Mons ritiene che il mondo degli E-sports «con i suoi numerosi stakeholder (si pensi a giocatori, sponsor, organizzatori, manager, editori, inserzionisti ecc.), al momento è tutt’altro che trasparente. La blockchain potrebbe venire in soccorso qui, offrendo una piattaforma decentralizzata con tutte le parti interessate sotto lo stesso tetto e con transazioni peer to peer: questo settore potrebbe trarre enormi benefici e ricoprire rapidamente un ruolo di leadership per quanto riguarda la blockchain». Alzo le braccia: non sono sufficientemente esperto di blockchain per scriverne,  ritengo tuttavia che ciò che sostiene Mons non sia per nulla privo di fondamento (Opens in a new window).
Intanto è un mondo che attira investimenti e pubblico e, se anche sull’ultima edizione dell’album Calciatori della Panini ha avuto spazio una sezione dedicata agli E-gamers (i quali, per inciso, non sono degli straccioni scappati di casa), significa che sottovalutarlo è un errore. Può non piacere, può essere considerato qualcosa di diverso, di certo lo è, ma influirà sempre maggiormente sui desiderata dei prossimi clienti, abituati all’effetto spettacolarizzazione più che amanti della tradizione.
Quando si parla di tempo effettivo (ne scrivemmo qui) (Opens in a new window) e delle potenziali modifiche regolamentari più varie, non stupiamoci.

CAMPO PER DESTINAZIONE

  • Se fate parte della Generazione X (ma non è necessario) probabilmente avete intuito il titolo, ripreso da un vecchio pezzo di Jamiroquai (Opens in a new window).  Intrigante il videoclip, particolarmente centrato il testo, scritto peraltro in era pre-social. Il titolo, per questo numero, è più che altro una suggestione. Ma quel pezzo vale la pena ripescarlo (Opens in a new window).

  • Tra due settimane le elezioni chiuderanno il mandato di Adriano Galliani quale senatore della Repubblica, non essendo stato ricandidato da Forza Italia. Ma tranquilli: il sostituto si sta già  scaldando nel campo per destinazione ed è il presidente della Lazio Claudio Lotito, candidato al Senato nel Molise, sempre da Forza Italia, in posizione di probabile elezione. Ci aveva provato già in passato, e a lungo in questa legislatura il caso-Lotito (c’era in ballo un seggio conteso, rimasto però al renziano Vincenzo Carbone) ha fatto più volte parlare sia in aula che nella Giunta delle elezioni e delle immunità.parlamentari. Tutto molto bello: anni fa pubblicai Prima Repubblica Football Club (Opens in a new window), relativo a un periodo repubblicano precedente: la commistione tra il calcio e la politica è sempre qualcosa di estremamente godibile. Se fossimo in una commedia.

  • Per chi fosse interessato a come la caduta del governo Draghi abbia bloccato alcune importanti leggi e provvedimenti riguardanti lo sport, all’identità dei candidati che provengono da quel mondo e ad approfondire le mire politiche nel settore sportivo, su The SpoRt Light, la settimana scorsa è uscito lo speciale intitolato “Urne” (Opens in a new window), Abbonamenti da 30 euro l’anno. Si può fare, su.

Triplice fischio anche oggi.

Per suggerimenti, contestazioni, contributi, correzioni, segnalazioni: calcero.newsletter@lorenzolonghi.com (Opens in a new window)

Ci rileggiamo l’11 ottobre.

Calcerò - il futuro del pallone è la newsletter mensile sul domani del calcio. Il giorno 11 di ogni mese arriva puntuale nella tua casella. È curata da Lorenzo Longhi (Opens in a new window)