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Mappa Concettuale - La GUERRA del VIETNAM (1955 - 1975)

La guerra del Vietnam rappresenta uno dei conflitti più significativi e traumatici del XX secolo, inserito nel contesto più ampio della Guerra Fredda. Dopo gli Accordi di Ginevra del 1954, il Vietnam viene diviso in due: a nord il regime comunista di Ho Chi Minh, a sud quello filo-occidentale e dittatoriale di Ngo Dinh Diem, sostenuto dagli Stati Uniti. Quest’ultimo, profondamente impopolare e responsabile di persecuzioni contro i buddhisti, favorisce la nascita del Fronte di Liberazione Nazionale, noto come Vietcong, che intraprende una guerriglia sostenuta da Hanoi.

Gli USA, temendo l’espansione comunista in Asia (effetto domino), aumentano progressivamente il loro coinvolgimento militare, soprattutto con l’arrivo alla presidenza di Lyndon Johnson. Dopo il controverso incidente del Golfo del Tonchino, nel 1965 inizia l’intervento diretto con l'invio massiccio di truppe e bombardamenti sistematici. Nonostante il superiore potere bellico, gli USA si scontrano con una guerriglia radicata, mobile e sostenuta da URSS e Cina. L’ambiente ostile, il nemico invisibile e il crescente rifiuto dell’opinione pubblica, sia americana che internazionale, rendono il conflitto sempre più impopolare. L'uso di armi chimiche come il napalm e l’agente arancio, insieme al coinvolgimento di civili e ai massacri documentati, alimentano le proteste e il rifiuto della leva tra i giovani.

L'offensiva del Tet del 1968, pur fallendo militarmente, segna un punto di rottura nella percezione pubblica della guerra. Il presidente Johnson rinuncia a ricandidarsi e il suo successore Nixon avvia la “vietnamizzazione”, cioè il graduale ritiro delle truppe statunitensi. Il conflitto si estende anche a Laos e Cambogia, destabilizzando l’intera Indocina. Dopo l’accordo di Parigi del 1973, gli Stati Uniti si ritirano, ma la guerra prosegue fino al 30 aprile 1975, quando Saigon cade e il Vietnam viene unificato sotto il regime comunista. In Cambogia, l’arrivo al potere dei Khmer Rossi porta a uno dei genocidi più terribili della storia contemporanea.

Con oltre tre milioni di morti tra Vietnam, Laos e Cambogia, il conflitto lascia un’impronta indelebile. Per gli USA è una disfatta militare e morale, e per il mondo occidentale un trauma che segna la fine dell’illusione di onnipotenza americana.

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